COMMENTI | CONFCOMMERCIO SUL DECRETO SOSTEGNO: PER I RISTORI SERVONO MOLTE PIU’ RISORSE

«Bisogna rafforzare decisamente Le risorse destinate ai ristori per imprese e partite Iva, anche al di là di quanto previsto dal decreto». Questa la posizione di Confcommercio a commento del Decreto Sostegno approvato dal Governo Draghi venerdì 19 marzo.

🔶 «Gli 11 miliardi previsti vanno divisi tra circa tre milioni di soggetti e le imprese si trovano a fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi di euro. I ristori, insomma, devono essere più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi».

🔶 La posizione della Confederazione è esattamente la stessa per le misure circa turismo, montagna e cultura, mentre le misure per i trasporti «non dovrebbero riguardare il solo trasporto pubblico locale, fornendo invece un sostegno efficace all’intero sistema dell’accessibilità». Continuano a essere poi «urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della liquidità delle imprese».

🔶 Capitolo lavoro, Confcommercio apprezza le proroghe della Cassa Covid («ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche per tutti i periodi antecedenti al primo aprile») e delle deroghe per i contratti a termine sino a fine anno, nonché il finanziamento ulteriore del fondo per il parziale esonero contributivo di lavoratori autonomi e professionisti istituito nella legge di Bilancio.

🔶 Infine, in tema di misure fiscali, Confcommercio sottolinea di essere «in attesa della riforma della riscossione».

🟢🟢 IL PRESIDENTE SANGALLI 🟢🟢

Così Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio: «Il Decreto Sostegno ha ancora forti limiti. I parametri per ottenere gli indennizzi sono troppo selettivi e le risorse sono insufficienti. Le speranze sono appese ai vaccini, ma intanto le imprese non hanno più riserve per andare avanti. È vitale “fare tutto ciò che è necessario”, come ha detto il presidente Draghi per salvare l’Unione europea, ma farlo in chiave italiana».