COMMENTI | FIPE SPINGE PER IL COPRIFUICO ALLE 24: AUMENTEREBBE DEL 17% IL FATTURATO DEI LOCALI GENERANDO UN VOLUME DI AFFARI DI 10 MILIONI DI EURO AL GIORNO

Colpo di freno sui tempi delle decisioni per le riaperture. Il premier Mario Draghi ha fissato la riunione della “cabina di regia” politica a lunedì prossimo, scelta dettata anche dalla necessità di avere dati epidemiologici aggiornati per poter fare le giuste valutazioni. E l’unica decisione che verrà presa sarà probabilmente lo slittamento del coprifuoco alle 23.

✔️ WEDDING E CENTRI COMMERCIALI

Il compromesso sulla mozione presentata al Senato, con la quale si chiede la cancellazione del coprifuoco e l’anticipo delle riaperture previste per giugno e luglio (ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, eventi e cerimonie, stadi, centri commerciali nel fine settimana), potrebbe arrivare con il posticipo del coprifuoco alle 23 e la definizione di una data certa per i settori che non hanno ripreso le attività: il wedding, ad esempio, potrebbe ripartire il 15 giugno e i centri commerciali potrebbero tornare a lavorare nei fine settimana dal 23 maggio. Non dovrebbero esserci invece novità per i ristoranti al chiuso, le palestre (il decreto in essere prevede il primo giugno) e i parchi tematici primo luglio).

✔️ SERVIZIO AL BANCONE

Intanto non si spengono le proteste per il divieto di consumazione al bancone in zona gialla. Per Fipe Confcommercio il divieto confermato con la circolare emessa il 24 aprile dal Ministero dell’Interno sta producendo un doppio effetto negativo: fatturati dei bar sono crollati del 40% e si sta mettendo in circolazione un mare di bicchierini di plastica, pari a 30 tonnellate di rifiuti di plastica al giorno. «Un motivo in più – dice la Federazione – per eliminare un divieto che non ha alcuna base scientifica e che sta distruggendo il modello stesso del bar italiano».

✔️ COPRIFUOCO

Quanto invece al coprifuoco, secondo l’Ufficio Studi Fipe lo slittamento alle 23 produrrebbe un beneficio per le casse dei locali pari al 10% dei fatturati giornalieri, mentre arrivare fino alle 24 aggiungerebbe un ulteriore 7%: «In totale – spiega la Federazione – queste due ore in più di lavoro garantiscono un incremento di volume di affari per i pubblici esercizi di 10 milioni di euro al giorno».