COMMENTI | «LA ZONA ROSSA PUÒ INFLIGGERE IL COLPO FINALE AL SETTORE DELL’ABBIGLIAMENTO E DELLE CALZATURE»
Giorgio Angelucci, presidente provinciale di Federmoda e di Uniascom lancia l’allarme: «Il nuovo provvedimento compromette la stagione dei saldi. Anche nella nostra provincia migliaia di posti di lavoro a rischio»
VARESE 16 GENNAIO 2020 «La zona rossa rischia di infliggere il colpo finale al settore dell’abbigliamento e delle calzature».
L’allarme lanciato da Confcommercio a livello regionale risuona forte anche in provincia di Varese: «I provvedimenti di questi mesi hanno gettato in una crisi senza precedenti i pubblici esercizi. Ora il nuovo giro di vite andrà ad infierire anche su tutte le altre attività commerciali che già sono state massacrate dal lockdown di novembre e dalle le chiusure di dicembre. Un provvedimento feroce quello assunto ieri dal ministro Speranza, nel pieno della stagione dei saldi, che nella nostra regione sarà completamente compromessa».
Nel Varesotto 10mila posti di lavoro a rischio
Giorgio Angelucci, presidente di Uniascom provincia di Varese e di Federmoda provincia di Varese non usa mezzi termini. Il suo pensiero va al settore moda, che sul nostro territorio conta oltre 3.000 attività (quelle lombarda sono 34.000) e dà occupazione a oltre 10.000 addetti. «Stanno mettendo a grave rischio», denuncia, «il futuro di migliaia e migliaia di famiglie. Come sostiene il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia, Carlo Massoletti, le due settimane di zone rossa rischiano davvero di essere la pietra tombale per molte attività (abbigliamento e calzature, ma anche casalinghi, pelletterie e valigerie)».
Subito ristori adeguati alle perdite registrate
Il numero uno provinciale di Federmoda sottolinea con rammarico l’ennesimo “assist” da parte del Governo «al commercio online». «A maggior ragione», conclude Angelucci, «se non ci saranno subito altri risarcimenti veloci, sostanziali e adeguati alle perdite registrate, il sistema rischia di crollare. Così come la vita di tanti centri storici e delle città stesse. Devono farci riaprire al più presto, i nostri negozi sono sicuri».