COMUNICAZIONI | SERVIZIO AL BANCO: ECCO LE REGOLE IN VIGORE DAL 26 APRILE. FIPE DENUNCIA: OLTRE AL CAOS LA BEFFA, CHIEDIAMO L’INTERVENTO IMMEDIATO DEL MISE

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Di seguito le regole in vigore da lunedì 26 aprile che disciplinano fino al prossimo 31 maggio l’attività dei pubblici esercizi.
Mentre per quanta riguarda i ristoranti le misure previste dal Decreto Riapertura sono chiare (chi ha aree esterne attrezzate PUO’ aprire l’attività fino alle 22; chi non ha tavoli all’esterno NON PUO’ aprire l’attività), è più complicata la normativa riferita ai bar e alla possibilità o meno di riattivare il servizio al banco.
Ecco perciò un breve vademecum
👉ATTIVITA’ DI BAR CON CUCINA
🔹 Può fare somministrazione esclusivamente all’esterno dalle 5 alle 22.
🔹 Può fare asporto fino alle 22 e consegne e domicilio senza limiti di orario.
🔹 Servizio al banco consentito solo se la struttura ha attrezzato un’area di consumo esterna (ex. caffè ordinato al banco e consumato seduti ai tavoli all’esterno).
👉ATTIVITA’ DI BAR SENZA CUCINA
🔹 Può fare somministrazione esclusivamente all’esterno dalle 5 alle 22.
🔹 Può fare asporto dalle 5 fino alle 18.
🔹 Può fare consegne e domicilio senza limiti di orari.
🔹 Servizio al banco consentito se la struttura ha attrezzato un’area di consumo esterna (ex. caffè ordinato al banco e consumato seduti ai tavoli all’esterno).
👉ATTIVITA’ DI BAR SENZA CUCINA E SENZA AREA ESTERNA
🔹 NON può fare somministrazione.
🔹 NON può fare servizio al banco.
🔹 PUÒ fare consegne a domicilio senza limiti di orario.
🔹 PUÒ fare asporto senza consumo in loco o nelle vicinanze dalle 5 fino alle 18.
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📌 «Regole assurde», commenta Giordano Ferrarese (presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio) che si unisce alla richiesta del presidente nazionale della Federazione pubblici esercizi, Lino Stoppani, rivolta al Ministero delle Sviluppo Economico. «Il Mise», rimarca Ferrarese, «deve intervenire immediatamente, facendo chiarezza sulle procedure e soprattutto trovando soluzioni che consentano a tutte le attività di lavorare».
Stoppani, da parte sua, denuncia il caos creato dalla circolare con cui il Ministero dell’Interno interpreta la possibilità di consumo al banco: «Viene introdotta una limitazione ulteriore che non esisteva nel DPCM del 2 marzo, al quale peraltro l’ultimo decreto di aprile fa riferimento, introducendo una penalizzante restrizione e ulteriore confusione interpretativa. Secondo l’interpretazione del Ministero dell’Interno, per i bar dal 26 aprile le misure restrittive sono addirittura peggiori di quelle che per mesi sono state adottate in zona gialla, perfino quando di vaccini non c’era traccia».